COMUNICATO STAMPA DEL 15 OTTOBRE 2013 - I piani d’abbattimento - impatto ambientale, costi, alternative

15.10.2013 18:02

COMUNICATO STAMPA DEL 15 OTTOBRE 2013

I piani d’abbattimento - impatto ambientale, costi, alternative


Le associazioni Lav Padova, WWF Colli Euganei, Lasciateci Respirare Monselice, Salviamo il Paesaggio Area Ovest Padova, aderenti al Coordinamento ambientalista dei Colli Euganei, rendono noto che giovedì 17 ottobre 2013, alle 20.45, presso la sala San Paolo in via 28 aprile (angolo di piazza Mazzini), Monselice (PD), ci sarà un incontro pubblico con il Prof. Gianni Tamino, Biologo, Docente dell’Università di Padova, sulla caccia di selezione e i piani di abbattimento; conferenza recante il titolo "I piani d’abbattimento - impatto ambientale, costi, alternative".
La necessità di questo convegno scaturisce dall’esigenza di approfondire la questione del conflitto tra uomini e animali selvatici nell’area dei Colli Euganei e dintorni. Le considerazioni che verranno fatte varranno anche per analoghe situazioni, come la recente questione dei Cervi nell’Altopiano del Cansiglio.
Come è innegabile che alcune specie di Ungulati (Cinghiali, Daini e Caprioli nella fattispecie dei Colli Euganei), Corvidi (Cornacchia grigia, Taccola, Ghiandaia, Gazza) e carnivori come la Volpe, possano entrare in conflitto con le attività degli imprenditori agricoli residenti nei Colli Euganei e nella fascia pedecollinare, è altrettanto vero che in natura non esistono specie di per sé negative o malefiche (svolgono tutte importanti funzioni nell’ecosistema), ma solo fastidiose o nocive per la specie umana.
Il loro controllo dovrebbe essere affidato al riequilibrio degli ambienti, favorendo la presenza dei loro antagonisti (presenza di predatori o di altre specie concorrenti). La loro uccisione non farebbe altro che favorire la migrazione di tali specie da altri ambienti vicini.
Riguardo ai Cinghiali, la loro presenza nei Colli Euganei è conseguente a ripopolamenti faunistico - venatori sbagliati. È necessario identificare quali interventi biologici contenitivi della popolazione si possano adottare.
Ricordiamo che l’art.19, comma 2, della legge 11 febbraio 1992, n.157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) recita:
2. Le regioni, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l'utilizzo di metodi ecologici su parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica. Qualora l'Istituto verifichi l'inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento. Tali piani devono essere attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali.
Queste ultime potranno altresì avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purchè muniti di lincenza per l'esercizio venatorio, nonchè delle guardie forestali e delle guardie comunali munite di licenza per l'esercizio venatorio.
Rendiamo poi noto che, nei Colli Euganei, gli abbattimenti notturni ai Cinghiali vengono realizzati sia da personale istituzionale (Parco Colli, Polizia Provinciale e Corpo Forestale dello Stato) sia da selecontrollori abilitati (l’Ente Parco ne ha abilitati 46) tutti provenienti dal mondo venatorio.
Fatte queste premesse, chiediamo:


1. Quale apparato di metodi contenitivi ecologici è stato messo in campo nei Colli Euganei per fronteggiare i danni alle coltivazioni (recinzioni elettrificate, foraggiamento dissuasivo, etc.)?


2. Per quale ragione ci si avvale di 46 cacciatori per gli abbattimenti dei Cinghiali, dal momento che essi non hanno finalità conservazionistiche al contrario dell’Ente Parco Colli e che inoltre a questo compito sarebbe preposto il personale istituzionale?


3. Considerata la struttura gerarchica delle popolazioni di cinghiale e appurato che i giovani creano maggiori danni ai coltivi laddove viene a mancare l’esperienza degli adulti nel procacciarsi gli alimenti in natura, siamo davvero sicuri che gli abbattimenti non costituiscano una “cura peggiore del male” andando a destrutturare la gerarchia animale con conseguente riproduzione, non più solo del verro dominante, ma di tutti i maschi?


4. Considerata l’entità dei danni che i Cinghiali possono causare, e noto che è sufficiente liberare una coppia di animali o una femmina gravida per creare una situazione di emergenza che viene conseguentemente fronteggiata con gli abbattimenti, per quale ragione in Veneto non è previsto, attraverso il test del DNA, di poter risalire ad un eventuale allevamento da cui il cinghiale possa essere stato liberato?


5. Per quale motivo le organizzazioni di imprenditori agricoli, anzichè limitarsi alle proteste contro Il Parco Colli non si attivano per creare e coordinare un fondo di garanzia per i danni alle coltivazioni dei loro associati?


6. Considerato che i piani di abbattimento nel Parco Regionale dei Colli Euganei sono iniziati nel 2001, e appurato che a distanza di 13 anni la situazione non ha subito sostanziali mutamenti, ciò non sembrerebbe attestare il fallimento della politica dei piani di abbattimento?


7. Per quale ragione demonizzare degli animali “colpevoli” di compiere il proprio ciclo vitale biologico e paradossalmente finire per incensare e regalare giornate di caccia alla categoria dei cacciatori?


A questo proposito, siamo proprio certi che siano stati valutati tutti i possibili conflitti di interesse sulla questione, al fine di evitare che coloro che sono chiamati a risolvere il problema non appartengano alla stessa categoria di coloro che il problema lo hanno creato ?”


LAV (Lega AntiVivisezione) di Padova
Salviamo il Paesaggio Area Ovest Padova
Comitato Lasciateci Respirare di Monselice
WWF Colli Euganei
Ass. La Vespa Battaglia terme