IL PRISMA nr 1/19
21.01.2019 20:12
AL VIA LA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA ORGANIZZATA DAI CIRCOLI LEGAMBIENTE DI LIMENA, SAONARA E SELVAZZANO
Saranno proiettati sei film a tema ambientale a partire da venerdì 25 gennaio per sei venerdì consecutivi.
Si tratta di produzioni significative del cinema ambientale di questi ultimi anni, che vanno dalla commedia a documentari naturalistici e di denuncia.
Le proiezioni, ad ingresso libero, si svolgeranno alternativamente presso le sale messe a disposizione dai Comuni di Limena, Saonara e Saccolongo, secondo il programma riportato nel seguito.
Siete invitati a partecipare, per approfittare della possibilità di assistere a proiezioni di qualità, normalmente non reperibili nei normali circuiti cinematografici.
Vi aspettiamo.
SABATO 2 FEBBRAIO A MONSELICE, GRANDE MANIFESTAZIONE A DIFESA DEI COLLI EUGANEI
La nuova legge regionale sui parchi ha snaturato e ridotto le tutele che finora hanno impedito la cementificazione dei Colli Euganei e ne hanno mantenuto intatto il valore storico, paesaggistico e naturalistico.
Non bastasse, la Regione ne sta da tempo e senza motivo ritardando l'applicazione, mentre si moltiplicano, da parte di alcuni comuni e di parte della politica, le spinte alla riduzione delle aree protette.
Contro tutto ciò e per salvare questo irripetibile patrimonio di tutti, sabato 2 febbraio alle ore 14, il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste del Parco Colli organizza una grande manifestazione a Monselice.
E' importante che tutti quelli che hanno a cuore ci ò che i Colli rappresentano per il territorio padovano, per la sua storia, per il turismo di qualità, per i suoi unici prodotti enogastronomici ed agricoli, si uniscano a questa giusta protesta.
IL CONFUSO E CONTRADDITTORIO ITER DI UNA PESSIMA RIFORMA
Con la legge n. 7 del 2011 (8 anni fa!) la Regione decide di “razionalizzare e riordinare” l’attività degli Enti che gestiscono i parchi regionali.
Ogni decisione di questi Enti dovrà, d’ora in poi, essere preventivamente autorizzata dalla Giunta regionale.
L'Ente del Parco dei Colli dovrà, tra l’altro, sospendere l’iter per la nomina del nuovo Direttore (nonostante il bando già fatto!) per il cui ruolo viene incaricato un funzionario interno della Regione.
Da questo momento sarà tutto un susseguirsi di proposte di legge e di rinvii, che di fatto bloccano la gestione del Parco e mettono in serio pericolo la sua tutela.
Questa in breve la storia:
Luglio 2012
La Regione presenta il disegno di legge “Norme per la tutela della rete ecologica regionale”: un testo di 48 articoli per metà legge quadro e metà legge normale.
Col pretesto di valorizzare gli aspetti naturalistici dei Colli, toglie all'Ente Parco ogni competenza in materia di paesaggio, ambiente e territorio, in pratica tutte le funzioni di tutela.
Inoltre, delega le autorizzazioni paesaggistiche ai singoli Comuni.
Vengono drasticamente ridotti i finanziamenti per il funzionamento del Parco.
Dicembre 2014
La Regione propone una versione ridotta del disegno di legge, che viene iscritta all’Ordine del giorno dell’ultimo Consiglio utile, ma non si arriva neanche a discuterla.
Cala quindi un lungo silenzio.
Marzo 2015
In vista delle elezioni, si assiste a una serie di frenetici tentativi per arrivare alla approvazione della nuova legge.
Marzo 2016
Nuova proposta di legge “Disciplina e valorizzazione della rete ecologica regionale e delle aree naturali protette”: 43 articoli, stessa impostazione del 2012, che però non fa alcun passo avanti.
Maggio 2016
Il Parco viene commissariato e della legge nessuna notizia!
Ottobre 2016
Irrompe sulla scena il signor Berlato (vedere articolo successivo), cacciatore e Consigliere regionale, con l’inaccettabile proposta di ridurre drasticamente il perimetro del Parco.
Febbraio 2017
Rispunta la legge di riforma: in Regione si svolge una audizione con tutti gli interessati.
Poi viene prorogato l’incarico al Commissario e torna a calare il silenzio.
Marzo 2018
A più di un anno di distanza riemerge la proposta di legge: nuovo titolo “Disciplina e organizzazione dei parchi regionali”.
La proposta si riduce a 21 articoli.
Maggio 2018
A Este le Associazioni organizzano la manifestazione: “Un Parco da riconquistare”
Nuovo cambio di rotta della Regione: la proposta riguarda ora solo la “governance”, del Parco e non i suoi aspetti ambientali e paesaggistici.
Giugno 2018
Viene pubblicato il nuovo testo “Norme per la riorganizzazione e la razionalizzazione dei parchi regionali”, 13 articoli.
Giugno 2018
La Regione approva definitivamente la nuova legge apportando varie modifiche al testo.
La gestione delle autorizzazioni paesaggistiche è piuttosto confusa e sono previsti vari organi gestionali (con funzioni non sempre chiare): Comunità del Parco, Consiglio Direttivo, Presidente e Consulta.
Sono anche previste precise scadenze per la loro costituzione.
Nonostante la legge sia stata finalmente approvata, viene nominato un nuovo Commissario che rimarrà in carica fino al 30.6.2019.
Settembre 2018
In un incontro con le Associazioni, l’Assessore regionale ai parchi precisa le scadenze per la costituzione dei nuovi Organi: entro il 10 ottobre si dovrebbe costituire la Consulta e poi via via gli altri organi di gestione.
A TUTT’OGGI NON UNA DI TALI SCADENZE E’ STATA RISPETTATA !!
BERLATO E IL PARCO ... COL BUCO
Mentre si trascina da anni l’estenuante vicenda della “Legge Quadro” sui Parchi, irrompe a gamba tesa nella questione il Consigliere Berlato, presidente della Terza Commissione, collegato a varie associazioni venatorie e cacciatore lui stesso, con una irricevibile proposta di legge:
Ottobre 2016
Col pretesto di facilitare la lotta ai cinghiali, propone una nuova perimetrazione del Parco, riducendolo in pratica ai soli cocuzzoli dei Colli.
Dicembre 2016
Con un inedito trucco procedurale, trasforma la sua proposta in un emendamento alla legge di stabilità 2017 (la legge finanziaria regionale).
La Giunta regionale non riesce a prendere le distanze da questa irragionevole proposta e approva la norma.
L’articolo 70 prevede che la Regione individui i confini delle “aree contigue” all’interno (!) del Parco (se sono contigue, come possono essere interne?).
Contro questa norma, che in pratica distruggerebbe il Parco che conosciamo, si svolgono sul territorio numerose manifestazioni, con una grandissima partecipazione di cittadini da tutta la provincia: Torreglia, Monselice, Rovolon, Este, Abano e infine Marendole, cui hanno partecipato 3.000 persone.
Per attuare il famigerato articolo 70, la Regione costituisce un “gruppo di lavoro interdisciplinare” formato da tecnici e funzionari.
Ai Comuni viene chiesto di avanzare eventuali proposte di modifica dei confini del Parco.
I Comuni, si pronunciano sui confini:
- Cinto e Lozzo propongono un ampliamento del Parco
- Teolo, Vò e in particolare Galzignano, propongono di ridurlo
- gli altri 10 propongono di mantenere inalterati gli attuali confini.
Aprile 2017
La Giunta, “constatata l’assenza di specifiche modalità procedimentali” (come dire che si tratta di una procedura che non esiste, inventata da Berlato per l’occasione!), individua un percorso ad hoc.
Viene chiesto ai Comuni di ripetere con delibera di Consiglio le scelte sul perimetro e propone una Conferenza dei Servizi con tutti gli interessati, per attuare l’art. 70.
In base ai risultati di detta conferenza, la Regione dovrebbe decidere se avviare una variante al Piano Ambientale.
In date diverse i 15 Consigli comunali ribadiscono le scelte fatte (solo Vò, col Consiglio diviso esattamente a metà, non riesce a prendere alcuna decisione).
Restano quindi la riduzione di Teolo e il grande “buco” di Galzignano.
Dicembre 2017
La Giunta prende atto delle decisioni dei Comuni, redige una carta dei nuovi confini, col “buco” di Galzignano in bella evidenza, e chiede il parere della Seconda Commissione consiliare regionale. Ma la Seconda Commissione non esprime alcun parere.
Ottobre 2018
Nonostante ciò, il Direttore della Struttura Regionale Biodiversità e Parchi chiede all'Ente Parco (a quel Parco che continua ad essere commissariato!!) di “esprimere la propria intesa” sulla planimetria con i nuovi confini.
A TUTT’OGGI NON RISULTA CHE IL PARCO SI SIA ESPRESSO.
MA L’ITER DI QUESTA STRAMPALATA PROPOSTA SEMBRA DESTINATO A PROSEGUIRE.
LA ROCCA DI MONSELICE DOPO 40 ANNI DI PROPRIETÀ DELLA REGIONE
Maggio 1981
Con la legge regionale n. 25 sono stanziati 2,5 miliardi di lire per l’acquisto da parte della Regione della proprietà Cini sul colle della Rocca.
La gestione è affidata ad un Consorzio formato da Comune di Monselice, Provincia di Padova e Consorzio Valorizzazione Colli Euganei.
Ottobre 1989
Un’altra legge, la n.43, cambia le modalità di gestione:
viene costituita la società “Rocca di Monselice Srl” tra comune di Monselice, Provincia di Padova e Regione Veneto.
Ma solo due anni dopo si arriverà ad eleggerne il presidente!
Agosto 2006
Con la Delibera n. 2610, la Regione individua una serie di progetti che ritiene “di particolare interesse nell’ambito della programmazione regionale”.
Tra questi la “Realizzazione di un impianto di risalita per l’accesso turistico alla passeggiata archeologica e per la visita del Museo del Mastio della Rocca”: Il tanto discusso e contestato ascensore!
Maggio 2008
Il cantiere, partito nel settembre 2007, viene posto sotto sequestro dalla Magistratura.
Febbraio 2014
Arriva la sentenza del Tribunale con assoluzioni e prescrizioni. Il cantiere viene dissequestrato ma l’ascensore resta bloccato.
Intanto già dal 2012 risultano conclusi i lavori al grezzo su casa Bernardini: un intervento costato più di un milione di euro per recuperare e ampliare questo edificio a metà del Colle, destinato a locanda-ristorante (invece che a centro servizi per i visitatori come richiesto dalle Associazioni).
Febbraio 2016
Con la legge regionale n.7, in un’ottica di “razionalizzazione delle partecipazioni societarie detenute e di un più efficiente utilizzo delle risorse”, la Giunta regionale è autorizzata a recedere dalla “Rocca di Monselice Srl”.
La gestione dei beni regionali nei comuni di Monselice e di Piazzola sul Brenta (villa Contarini) è affidata alla “Società Immobiliare Marco Polo Srl” (interamente partecipata dalla Regione) sulla base di un contratto di servizio.
Marzo 2017
La Regione, con la Delibera n. 324, decide di procedere con la fusione per incorporazione della “Rocca di Monselice Srl” nella “Immobiliare Marco Polo Srl”.
Febbraio 2018
La gestione dei servizi relativi alla Rocca viene affidata alla “Marco Polo Srl” per 15 anni ed è approvato lo schema del contratto di servizio.
INTANTO IL COLLE RESTA COMPLETAMENTE CHIUSO ALL’ACCESSO AL PUBBLICO, COME PURE L’EX CASA BERNARDINI DOPO L’INTERVENTO (NON CONCLUSO) COSTATO PIÙ DI 1 MILIONE DI EURO.
E QUESTO NONOSTANTE NEL FRATTEMPO A REGIONE ABBIA SPESO, DAL 2015, CIRCA 400.000 EURO PER LAVORI DI SISTEMAZIONE DEL VERDE.
Si tratta di produzioni significative del cinema ambientale di questi ultimi anni, che vanno dalla commedia a documentari naturalistici e di denuncia.
Le proiezioni, ad ingresso libero, si svolgeranno alternativamente presso le sale messe a disposizione dai Comuni di Limena, Saonara e Saccolongo, secondo il programma riportato nel seguito.
Siete invitati a partecipare, per approfittare della possibilità di assistere a proiezioni di qualità, normalmente non reperibili nei normali circuiti cinematografici.
Vi aspettiamo.
SABATO 2 FEBBRAIO A MONSELICE, GRANDE MANIFESTAZIONE A DIFESA DEI COLLI EUGANEI
La nuova legge regionale sui parchi ha snaturato e ridotto le tutele che finora hanno impedito la cementificazione dei Colli Euganei e ne hanno mantenuto intatto il valore storico, paesaggistico e naturalistico.
Non bastasse, la Regione ne sta da tempo e senza motivo ritardando l'applicazione, mentre si moltiplicano, da parte di alcuni comuni e di parte della politica, le spinte alla riduzione delle aree protette.
Contro tutto ciò e per salvare questo irripetibile patrimonio di tutti, sabato 2 febbraio alle ore 14, il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste del Parco Colli organizza una grande manifestazione a Monselice.
E' importante che tutti quelli che hanno a cuore ci ò che i Colli rappresentano per il territorio padovano, per la sua storia, per il turismo di qualità, per i suoi unici prodotti enogastronomici ed agricoli, si uniscano a questa giusta protesta.
IL CONFUSO E CONTRADDITTORIO ITER DI UNA PESSIMA RIFORMA
Con la legge n. 7 del 2011 (8 anni fa!) la Regione decide di “razionalizzare e riordinare” l’attività degli Enti che gestiscono i parchi regionali.
Ogni decisione di questi Enti dovrà, d’ora in poi, essere preventivamente autorizzata dalla Giunta regionale.
L'Ente del Parco dei Colli dovrà, tra l’altro, sospendere l’iter per la nomina del nuovo Direttore (nonostante il bando già fatto!) per il cui ruolo viene incaricato un funzionario interno della Regione.
Da questo momento sarà tutto un susseguirsi di proposte di legge e di rinvii, che di fatto bloccano la gestione del Parco e mettono in serio pericolo la sua tutela.
Questa in breve la storia:
Luglio 2012
La Regione presenta il disegno di legge “Norme per la tutela della rete ecologica regionale”: un testo di 48 articoli per metà legge quadro e metà legge normale.
Col pretesto di valorizzare gli aspetti naturalistici dei Colli, toglie all'Ente Parco ogni competenza in materia di paesaggio, ambiente e territorio, in pratica tutte le funzioni di tutela.
Inoltre, delega le autorizzazioni paesaggistiche ai singoli Comuni.
Vengono drasticamente ridotti i finanziamenti per il funzionamento del Parco.
Dicembre 2014
La Regione propone una versione ridotta del disegno di legge, che viene iscritta all’Ordine del giorno dell’ultimo Consiglio utile, ma non si arriva neanche a discuterla.
Cala quindi un lungo silenzio.
Marzo 2015
In vista delle elezioni, si assiste a una serie di frenetici tentativi per arrivare alla approvazione della nuova legge.
Marzo 2016
Nuova proposta di legge “Disciplina e valorizzazione della rete ecologica regionale e delle aree naturali protette”: 43 articoli, stessa impostazione del 2012, che però non fa alcun passo avanti.
Maggio 2016
Il Parco viene commissariato e della legge nessuna notizia!
Ottobre 2016
Irrompe sulla scena il signor Berlato (vedere articolo successivo), cacciatore e Consigliere regionale, con l’inaccettabile proposta di ridurre drasticamente il perimetro del Parco.
Febbraio 2017
Rispunta la legge di riforma: in Regione si svolge una audizione con tutti gli interessati.
Poi viene prorogato l’incarico al Commissario e torna a calare il silenzio.
Marzo 2018
A più di un anno di distanza riemerge la proposta di legge: nuovo titolo “Disciplina e organizzazione dei parchi regionali”.
La proposta si riduce a 21 articoli.
Maggio 2018
A Este le Associazioni organizzano la manifestazione: “Un Parco da riconquistare”
Nuovo cambio di rotta della Regione: la proposta riguarda ora solo la “governance”, del Parco e non i suoi aspetti ambientali e paesaggistici.
Giugno 2018
Viene pubblicato il nuovo testo “Norme per la riorganizzazione e la razionalizzazione dei parchi regionali”, 13 articoli.
Giugno 2018
La Regione approva definitivamente la nuova legge apportando varie modifiche al testo.
La gestione delle autorizzazioni paesaggistiche è piuttosto confusa e sono previsti vari organi gestionali (con funzioni non sempre chiare): Comunità del Parco, Consiglio Direttivo, Presidente e Consulta.
Sono anche previste precise scadenze per la loro costituzione.
Nonostante la legge sia stata finalmente approvata, viene nominato un nuovo Commissario che rimarrà in carica fino al 30.6.2019.
Settembre 2018
In un incontro con le Associazioni, l’Assessore regionale ai parchi precisa le scadenze per la costituzione dei nuovi Organi: entro il 10 ottobre si dovrebbe costituire la Consulta e poi via via gli altri organi di gestione.
A TUTT’OGGI NON UNA DI TALI SCADENZE E’ STATA RISPETTATA !!
BERLATO E IL PARCO ... COL BUCO
Mentre si trascina da anni l’estenuante vicenda della “Legge Quadro” sui Parchi, irrompe a gamba tesa nella questione il Consigliere Berlato, presidente della Terza Commissione, collegato a varie associazioni venatorie e cacciatore lui stesso, con una irricevibile proposta di legge:
Ottobre 2016
Col pretesto di facilitare la lotta ai cinghiali, propone una nuova perimetrazione del Parco, riducendolo in pratica ai soli cocuzzoli dei Colli.
Dicembre 2016
Con un inedito trucco procedurale, trasforma la sua proposta in un emendamento alla legge di stabilità 2017 (la legge finanziaria regionale).
La Giunta regionale non riesce a prendere le distanze da questa irragionevole proposta e approva la norma.
L’articolo 70 prevede che la Regione individui i confini delle “aree contigue” all’interno (!) del Parco (se sono contigue, come possono essere interne?).
Contro questa norma, che in pratica distruggerebbe il Parco che conosciamo, si svolgono sul territorio numerose manifestazioni, con una grandissima partecipazione di cittadini da tutta la provincia: Torreglia, Monselice, Rovolon, Este, Abano e infine Marendole, cui hanno partecipato 3.000 persone.
Per attuare il famigerato articolo 70, la Regione costituisce un “gruppo di lavoro interdisciplinare” formato da tecnici e funzionari.
Ai Comuni viene chiesto di avanzare eventuali proposte di modifica dei confini del Parco.
I Comuni, si pronunciano sui confini:
- Cinto e Lozzo propongono un ampliamento del Parco
- Teolo, Vò e in particolare Galzignano, propongono di ridurlo
- gli altri 10 propongono di mantenere inalterati gli attuali confini.
Aprile 2017
La Giunta, “constatata l’assenza di specifiche modalità procedimentali” (come dire che si tratta di una procedura che non esiste, inventata da Berlato per l’occasione!), individua un percorso ad hoc.
Viene chiesto ai Comuni di ripetere con delibera di Consiglio le scelte sul perimetro e propone una Conferenza dei Servizi con tutti gli interessati, per attuare l’art. 70.
In base ai risultati di detta conferenza, la Regione dovrebbe decidere se avviare una variante al Piano Ambientale.
In date diverse i 15 Consigli comunali ribadiscono le scelte fatte (solo Vò, col Consiglio diviso esattamente a metà, non riesce a prendere alcuna decisione).
Restano quindi la riduzione di Teolo e il grande “buco” di Galzignano.
Dicembre 2017
La Giunta prende atto delle decisioni dei Comuni, redige una carta dei nuovi confini, col “buco” di Galzignano in bella evidenza, e chiede il parere della Seconda Commissione consiliare regionale. Ma la Seconda Commissione non esprime alcun parere.
Ottobre 2018
Nonostante ciò, il Direttore della Struttura Regionale Biodiversità e Parchi chiede all'Ente Parco (a quel Parco che continua ad essere commissariato!!) di “esprimere la propria intesa” sulla planimetria con i nuovi confini.
A TUTT’OGGI NON RISULTA CHE IL PARCO SI SIA ESPRESSO.
MA L’ITER DI QUESTA STRAMPALATA PROPOSTA SEMBRA DESTINATO A PROSEGUIRE.
LA ROCCA DI MONSELICE DOPO 40 ANNI DI PROPRIETÀ DELLA REGIONE
Maggio 1981
Con la legge regionale n. 25 sono stanziati 2,5 miliardi di lire per l’acquisto da parte della Regione della proprietà Cini sul colle della Rocca.
La gestione è affidata ad un Consorzio formato da Comune di Monselice, Provincia di Padova e Consorzio Valorizzazione Colli Euganei.
Ottobre 1989
Un’altra legge, la n.43, cambia le modalità di gestione:
viene costituita la società “Rocca di Monselice Srl” tra comune di Monselice, Provincia di Padova e Regione Veneto.
Ma solo due anni dopo si arriverà ad eleggerne il presidente!
Agosto 2006
Con la Delibera n. 2610, la Regione individua una serie di progetti che ritiene “di particolare interesse nell’ambito della programmazione regionale”.
Tra questi la “Realizzazione di un impianto di risalita per l’accesso turistico alla passeggiata archeologica e per la visita del Museo del Mastio della Rocca”: Il tanto discusso e contestato ascensore!
Maggio 2008
Il cantiere, partito nel settembre 2007, viene posto sotto sequestro dalla Magistratura.
Febbraio 2014
Arriva la sentenza del Tribunale con assoluzioni e prescrizioni. Il cantiere viene dissequestrato ma l’ascensore resta bloccato.
Intanto già dal 2012 risultano conclusi i lavori al grezzo su casa Bernardini: un intervento costato più di un milione di euro per recuperare e ampliare questo edificio a metà del Colle, destinato a locanda-ristorante (invece che a centro servizi per i visitatori come richiesto dalle Associazioni).
Febbraio 2016
Con la legge regionale n.7, in un’ottica di “razionalizzazione delle partecipazioni societarie detenute e di un più efficiente utilizzo delle risorse”, la Giunta regionale è autorizzata a recedere dalla “Rocca di Monselice Srl”.
La gestione dei beni regionali nei comuni di Monselice e di Piazzola sul Brenta (villa Contarini) è affidata alla “Società Immobiliare Marco Polo Srl” (interamente partecipata dalla Regione) sulla base di un contratto di servizio.
Marzo 2017
La Regione, con la Delibera n. 324, decide di procedere con la fusione per incorporazione della “Rocca di Monselice Srl” nella “Immobiliare Marco Polo Srl”.
Febbraio 2018
La gestione dei servizi relativi alla Rocca viene affidata alla “Marco Polo Srl” per 15 anni ed è approvato lo schema del contratto di servizio.
INTANTO IL COLLE RESTA COMPLETAMENTE CHIUSO ALL’ACCESSO AL PUBBLICO, COME PURE L’EX CASA BERNARDINI DOPO L’INTERVENTO (NON CONCLUSO) COSTATO PIÙ DI 1 MILIONE DI EURO.
E QUESTO NONOSTANTE NEL FRATTEMPO A REGIONE ABBIA SPESO, DAL 2015, CIRCA 400.000 EURO PER LAVORI DI SISTEMAZIONE DEL VERDE.